Pubblico qua di seguito un mio breve saggio inedito, poiché tutti possano fruirne per informazione personale. Parlo delle olimpiadi che presto si svolgeranno in Brasile, e dei cui problemi, troppo spesso, si tace. Buona lettura.
OLIMPIADI DEL
BRASILE 2016

Davide Fassola
INTRODUZIONE
Scrivo questo saggio breve dopo una
fase di documentazione su quanto di seguito verrà trattato. Mi
esprimo: non sono un esperto in materia, e forse qualcuno potrebbe
dire ben più di me, tuttavia voglio comunque esprimere la mia, in
quanto ritengo che anche le poche informazioni di cui io sono in
possesso, se recepite, possano incidere, o addirittura far scaturire
l'interessamento della vicenda per avere ulteriori informazioni.
Decido di scrivere il presente saggio
dopo avere sentito, al giornale radio, un servizio-inchiesta sugli
sviluppi per le prossime olimpiadi, che si svolgeranno in Brasile,
2016.
Mi stupisce non sentirne parlare un
giornalista, ma sentirne parlare ad un giornale radio, ove da certi
problemi spesso si preferisce astenersi: si vuole fare credere che i
problemi siano altri.
Ci sono tante voci soffocate nel nostro
paese; voci a cui in pochi danno credito, e difficilmente riescono ad
emergere, dato lo svantaggio creato dalla mancanza di diffusione da
parte di coloro che hanno il potere effettivo, appunto, di
diffondere.
Forse non abbiamo mai tempo, credo, di
pensare. Dico, proprio, di fermarci e pensare, pensare a qualcosa che
non sia obbligatorio pensare e a qualcosa che non siamo portati a
pensare. A porci in altre realtà, come ad esempio, dato il tema
trattato odierno, il Brasile.
Oggi propongo a tutti voi, almeno per
una volta, per la durata di un breve documento, di modo che tutti
possano avere il tempo e la voglia(Oltre che la possibilità) di
leggerlo e di rifletterci su, nonché di diffondere il pensiero e le
informazioni, poiché questo è il fine ultimo di quanto scrivo e, se
anche una sola persona diffondesse anche una sola informazione,
questo documento non sarà stato scritto invano.
Una prima possibilità di riflessione
che mi sembra opportuno proporre ora è quella delle subculture. La
situazione, spesso, non è mai così semplice come la si crede. Non è
in una giornata che si diventa scienziati, allo stesso modo, non è
in pochi minuti che si apprende la realtà. E forse, anche vivendo in
una realtà, se non ben esplorata, non la riusciremo mai a vedere
così come è.
Si prenda ad esempio la nostra cultura
occidentale, o ancora più nello specifico, quella italiana.
All'interno di questa vi troveremo molte subculture. Correnti che non
seguono, che sono distaccati, da quella principale, che è la cultura
dominante. Certe personalità sono spinti per natura o per indole ad
una diversa corrente rispetto a quella più diffusa, o per motivi
famigliari, o economici, e chi più ne ha più ne metta.
Allo stesso modo nascono anche le
subculture che vanno controcorrente; ovvero quelle culture che
arrivano a un incontro-scontro(In cui incontro è inteso nell'ambito
spazio-temporale e scontro è inteso sul campo ideologico-culturale).
Quando ciò accade, è comodo per la cultura dominante occultare le
altre minori, che continuano tuttavia a scorrere inesorabilmente.
Scrive Karl Marx: “La storia è una
storia di lotte di classe”. Cosa intendeva costui? La risposta è
da ricercarsi nel termine lotte di classe, e nella storia stessa. Si
pensi ai romani, e allo continuo scontro dei patrizi contro i plebei,
o ancora alla rivoluzione francese e ai disagi del cosiddetto Terzo
Stato, mentre i “ricchi” continuavano a condurre una vita di
eccessi e di privilegi.
Dunque, continua a spiegare Marx,
quando le classi si scontrano, si possono avere due risultati: o una
rivoluzione, o una sconfitta da parte di entrambe le parti.
Ultimamente, nel mondo, stiamo vedendo
molti tentativi rivoluzionari, lo scontro tra le lotte di classe è
ora più aperto che mai. Fino ad ora, nei tempi recenti, non abbiamo
notizia di grandi rivoluzioni, il massimo che abbiamo potuto vedere
sono state le primavere arabe, che tuttavia non sempre hanno avuto
successo, come nei casi della Libia e della Siria.
Attenzione, tuttavia, un avvertimento a
tutti conosciuto, a tutti insegnato, molto banale, ma scomodo, e
perciò si tende a dimenticarlo: non si scherza col fuoco. Certo,
siamo portati a farlo, ma va compreso: abbiamo visto la Guerra
Fredda, abbiamo visto la minaccia nucleare. Il mondo intero è
un'enorme polveriera, anzi ora azzarderei dire un grande reattore,
dati gli sviluppi sull'atomica, posseduta ormai da un gran numero di
stati, tutti di grande rilevanza. Il mondo è sempre in costante
rischio di una Grande Guerra Mondiale.
Pensate, comunque, quanto è dannosa
una guerra anche per un solo paese. Si pensi all'Iran degli anni '70,
e si pensi all'Iran di oggi: quante cose possono accadere in poco più
di quaranta anni! Quanti danni possono essere fatti in tempi così
brevi!
Il tempo stringe, delle regioni son
sempre più soggette a continui spasmi, la storia è dinamica, mai si
è fermata, è bene prenderne atto perché in caso contrario si
cadrebbe in una disastrosa visione utopica, la quale fodererebbe
inesorabilmente i nostri occhi.
Come ora può scoppiare il Brasile(E
l'ultima volta risale solo al 2014, quando per attrezzarsi per i
mondiali di calcio si è creata un'enorme tensione nel popolo),
domani chissà, se il malcontento continua a salire, e se
continuamente paesi son soggetti a rivoluzioni.
Buona lettura.
BRASILE 2016
Correva
l'anno 2016... pardon, scusatemi, deve ancora correre, si è ancora
in tempo per cambiare le cose: il presente non è altro che il
passato che mangia il futuro, come dice Murakami, e come io cerco di
prenderne atto.
Siamo in
Brasile, già oggi. Siamo consapevoli che i bambini che vivono in
strada in maniera permanente sono sette milioni, mentre quelli che
comunque occupano le strade per lunghi e continui tempi sono più di
trenta milioni, e lo scrivo in cifre così che il numero sia ancora
più chiaro:
30 000 000,
ovvero ben più della metà degli abitanti dell'intera Italia.
Il destino
non ha regalato un'ottima situazione a questi ragazzi, esposti, data
la loro collocazione, continuamente ai problemi della droga e
dell'alcol, ben diffusi in città come Rio De Janeiro e San Paulo, le
cui favelas sono distese infinite, perlomeno alla vista, di persone.
Come se non
bastasse a tutti i problemi che ha la popolazione di per sé si
aggiungono le Olimpiadi 2016, per le quali è stato già avviato un
programma di “pulizia” delle strade, dai cosiddeddi “meninos”,
i bambini. Lo so, ho utilizzato un termine orribile: “pulizia”,
ma di certo non sono stato io ad inventarlo.
L'eliminazione
degli infanti è e sarà portata avanti dalle forze di polizia.
Tutt'ora si
stima che da dieci anni fa a questa parte la media di omicidio di
bambini in Brasile sia di quattro morti al giorno. Avere una stima
del genere è molto difficile, come è difficile averne una più
veritiera di questa in quanto non sempre si hanno testimoni(E
soprattutto non sempre si ha il tempo di ascoltarli). Le circostanze,
inoltre, non sono mai del tutto certe: a volte è complicato
distinguere gli adolescenti che sono veramente potenzialmente
pericolosi, da quelli che non lo sono, data la gran quantità nelle
strade di persone, anche di giovane età, che non si reggono in piedi
data la quantità di stupefacenti che hanno assunto.
Certo,
questo è un conto, vi saranno delle persone pericolose, magari anche
giovani, ma quando si sente dire che la polizia brasiliana ha ucciso
nel ssolo 2014 più di 58 000 persone, un po' ci si stupisce, anche
confrontando con i dati del 2013, in cui sono state uccise circa 55
000 persone. Abbiamo idea di quante siano realmente più di 3 000
persone, o questi numeri rimarranno solamente numeri, privi di un
volto e di una personalità destinata ad annullarsi e a cader
dimenticata, come non fosse mai esistita, come forse sarebbe stato
meglio che fosse?
Ma non
voglio insistere sui numeri e sulla vostra umanità, che di sicuro,
se siete arrivati a leggere fino a qua, esiste, voglio tuttavia far
comprendere che non potranno mai essere giustificati, per ragione del
mondo alcuna, tutti gli abusi sulle bambine o sulle varie torture
imposte dalla polizia. Quelle non possono avere un senso, è
impossibile che siano avvenute per “legittima difesa”,
impossibile.
Lo stato è
rimasto a guardare, d'altronde l'ha già fatto in diversi casi. Devo
citarne alcuni? Quella del carcere di Carandiru, nel 1992, le cui
testimonianze fanno ancora rabbrividire tutt'oggi, o la notte della
Candelaria, o ancora le squadre della morte che hanno agito il 31
marzo 2005 e il 22 giugno dello stesso anno.
Ora la
situazione è denunciata da paesi lontani, e il Brasile, per
difendersi, ha imposto delle sanzioni per la polizia che abusi del
proprio potere: il senato brasiliano ha
approvato la legge che classifica la tortura come un crimine grave, e
come tale la punisce con pene detentive da due e 8 anni, 16 anni in
caso di morte della persona maltrattata.
Ma cosa sono sedici anni per la morte di una persona?
Che risposte
sono? Di sicuro queste sono troppo deboli.
La
giornalista Rosanna Turri su Fuoco Vivo scrive la seguente
testimonianza: Una
ragazza di Copacabana chiamata Paulina mi raccontava: "Devo
andare via, mio figlio mi aspetta". "E quanti anni ha tuo
figlio?", chiesi io, "sette lui, mentre io ne ho già
sedici!'l, rispose lei. "Non è possibile", esclamai. Lei
mi rispose "Tu non capisci, lui è mio figlio di strada, lui è
piccolo, io lo custodisco, lo difendo, lo curo, mi interesso a lui.
Io ho il mio uomo, non siamo sposati, ma è lo stesso il mio uomo.
Lui
va a rubare per me, mi dà da mangiare, mi dà la roba, mi protegge".
A
volte, senza leggere testimonianze, o essere in diretto contatto con
il problema, non ci rendiamo veramente conto di quel che possa
significare un numero, un dato, un'informazione.
I
dati di cui ci siamo resi conto ora sono destinati ad aumentare
drasticamente, col nuovo programma di pulizia delle rio, delle
strade.
Inoltre
l'80% delle scomparse di persone sono di ragazzi dai 14 ai 29 anni,
un altro dato di quelle persone che non si aggiungono ai morti e
neppure ai vivi, ma che rimangono sospesi chissà dove, scomparsi, e
spesso di loro, non si avrà più notizia.
Per
chi volesse cimentarsi a fare il detective youtube e più in generale
il web è zeppo di video di omicidi e maltrattamenti, nonché di
storie inascoltate, alternate a poche testimonianze, tenute il più
possibile nascoste poiché appartenenti alle subculture, che in
questi casi intralciano il cammino della popolazione più sviluppata,
dell'”Ordem e progresso” che si legge sulla bella bandiera
brasiliana. I poveri abitanti delle rio sono la feccia, sono
l'intralcio verso un Brasile sviluppato e slanciato a dare un'ottima
impressione alle prossime olimpiadi al resto del mondo, soffocando
una realtà, che seppur silenziosa, continuerà ad esistere.
L'invito
è quello di rimanere umani. Alla domanda: “Cosa possiamo fare,
noi, a livello pratico?” la mia risposta è: non lo so, ma di
certo, evitando di dare share alle prossime trasmissioni delle
olimpiadi si sarà un'idea di una tendenza invertita, e quando i
guadagni sono pochi, anche i potenti iniziano a porsi qualche
domanda. Il nostro comportamento, la nostra attenzione, è la cosa
che fa più paura a coloro che gestiscono il potere su questo
pianeta, e siamo proprio noi ad alimentare di legna il camino, che,
in caso contrario, finirebbe per spegnersi.
Siete
ancora sicuri di voler seguire le olimpiadi del 2016?
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