IL SEGRETO: SULL'ETICA
CULTURA D'ESTATE 90
SULL'ETICA
Il mondo va
degenerando, e questo è appurato.
Non
scriverò, in quanto segue, una semplice critica, ce ne sono già
troppe, se ne sentono a bizzeffe e non si legge d'altro sui giornali:
che noia! Anche se mi pare di vedere molte persone che, leggendo, non
si stufano mai delle stesse tematiche, o di guardare sei volte al
giorno il telegiornale.
Io non
voglio però la solita minestra riscaldata, quindi oggi vi dirò di
come poter ovviare a vari problemi, pur rimanendo nella mia
ignoranza: sia chiaro, non ho nulla di più del giornalista che
propone il solito articolo(Anzi, forse ho di meno), semplicemente
penso che quanto segue, nella mia mancata modestia, possa essere
utile anche ad una sola persona che non vi abbia pensato.
Sulla prima
affermazione già molti mi potranno criticare e affermeranno che il
mondo non sta affatto degenerando. Dipende dai punti di vista. Ci
sono gli eterni ottimisti, e c'è chi ormai si è convinto della
propria visione pessimistica, credendosi realista, e che
difficilmente riesce a cambiare idea(Per Dio! Spero di riuscirci!).
Ma cosa
significa veramente degenerazione? Sto parlando a vanvera o con
cognizione di causa?
Pensiamo
alla nostra cultura. In primis a quella mondiale, ma dato che
ultimamente si pensa molto ai problemi del Bel Paese, parliamo
proprio dell'Italia. Orsù, chi mi potrà negare tutti gli artisti
che abbiamo avuto? Gli scienziati, gli scrittori, la storia che
abbiamo scritto, le grandi civiltà che abbiamo ospitati. Ci siamo
visti passare davanti il mondo! E non è poco!
Le persone,
fino alla Belle Epoque italiana, che ha seguito di qualche decina di
anni quella francese di fine Milleottocento, pensavano soltanto a
mangiare e a sopravvivere, un po' come le altre specie animali, un
mero istinto di sopravvivenza, o, come direbbe De André: “Delle
specie di cinghiali laureati in matematica pura”.
Dopo la
Belle Epoque, invece, l'importanza, oltre al lavoro, viene attribuita
al tempo libero, utilizzato per divertirsi: nascono così le prime
attrazioni(D'altronde, se ci pensiamo, è proprio in quegli anni che
i fratelli Lumiere lavorano al cinema).
Oggi vediamo
un buon 50% delle persone per la strada “attaccati” al cellulare.
Non voglio discutere troppo: sarà per lavoro spesso, quella
telefonata, ma non penso che proprio tutte lo siano. E i piaceri sono
certo importanti, ma cavoli, un po' di equilibrio, almeno quando si
cammina per la strada!
Gli elementi
di cultura stanno diventando sempre più di nicchia. Pensiamo ai
pienoni per ogni spettacolo teatrale, all'importanza della critica
del pubblico e agli applausi: ora vi sono molte meno rappresentazioni
e tanti altri elementi di cultura sono così: ormai rimasti puramente
rappresentativi, perché la cultura ormai è altra.
Molti
potranno obiettare che questa è soltanto evoluzione, che nel corso
della storia è continua, ma come possiamo mettere a confronto il
tempo passato a giocare a Ruzzle e quello passato a vedere il
Nabucco?
Come
possiamo pensare che in Italia vi siano quasi più scrittori che
lettori?
Come
possiamo pensare, infine, che ai telegiornali invece di parlare delle
grandi guerre che affliggono i nostri giorno del NOSTRO mondo,
parlano invece del piatto preferito di Justin Bieber?
L'opinione
pubblica, ormai, è fortemente incentrata sui vari delitti: Jara,
Chiara Poggi, Avetrana, sono oggi termini molto più conosciuti di
Baudelaire, di Shakespeare, di Baratono, e che possiamo farci, noi?
La risposta
da dare non è certo facile, ed esporla in un saggio breve di poche
pagine pensando che sia completa non è certo opportuno, ma posso
fornirvi alcune linee di pensiero su cui lascirvi avviare la vostra
riflessione(D'altronde non tutti concorderebbero con la mia visione,
ma vi sono fatti che son lì, son quelli, e non si può fare nulla
per modificarli, perché su un albero c'è non si può dire che non
sia presente).
Si potrebbe
anche pensare che “Non è un mio problema”. Ma come? Ed è un tuo
problema occuparti di quanto pesa il nuovo canarino di Paris Hilton?
La risposta
potrebbe essere: “Sono informazioni che mi fanno piacere. Lavoro
tutto il giorno e non voglio pensare alla biochimica, quando torno a
casa”.
Benissimo,
ognuno la pensa alla sua maniera. Sei liberissimo si sapere quanto
pesa questo benedetto celebre canarino, ma devi essere a conoscenza
dei problemi più grandi del nostro mondo!
Perché se
il popolo è ignorante il sovrano può fare tutto quello che vuole!
Questo non
significa dovere andare a teatro tutte le sere e neppure una volta
rimanere a casa a vedere “Paperissima sprint”, significa avere
quanto meno una visione d'insieme, significa avere un pensiero
critico e sapere giudicare un dato operato.
Perché noi
siamo gli elettori di questo paese. Dovremmo essere un minimo
informati sul pensiero di chi votiamo, o ci piace solamente il suo
cartellone elettorale? D'altronde oggi i politici spendono di più
per il cartello elettorale(E per le tecniche di persuasione che
dovrebbero agire in chi lo guarda, studiate da figure apposite),
invece che diffondere la propria linea di pensiero.
Molti, oggi,
pensano che i fatti siano molto più importanti dei pensieri. In una
società sana come da modello aristotelico questo discorso non ha
senso, perché se ad ogni azione corrisponde una reazione, questa
corrisponderà anche ad un pensiero, perché anche quella è
un'azione, e noi dobbiamo capire dalla maniera di parlare e di
divulgare le proprie opinioni da parte di un politico, se quello
andrà dritto ai fatti o continuerà ad arringare.
In somma,
come ci dice il signor George Orwell: “Occorre un grande sforzo per
vedere quanto abbiamo sotto il naso”, ed è proprio vero. E per
vedere tutto, e dico proprio tutto, anche ciò che è invisibile
all'occhio, occorre avere un pensiero critico che, negli ultimi
tempi, si sta parecchio perdendo a discapito della cultura che ci
caratterizza e che ora sembra uniformarci al modello importato
americano(Ora non voglio criticarlo, ma sicuramente ve ne sono di più
ricchi, e se ci pensate anche loro fanno autocritica: all'EXPO 2015
il loro tunnel finisce in un Mc Donald's e non ci credo che loro si
siano voluti vantare di quella cultura infetta).
Abbiamo il
diritto di pensarla come vogliamo, ma bisogna prima di tutto
conoscere. E quando tutti gli abitanti di questo mondo conosceranno,
ho idea che le cose funzionerebbero in maniera molto diversa(Molto
migliore), e questo sottolinea che l'unico male del mondo è proprio
l'ignoranza.
Insomma,
restiamo umani.
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