venerdì 4 marzo 2016

LE OLIMPIADI

Pubblico qua di seguito un mio breve saggio inedito, poiché tutti possano fruirne per informazione personale. Parlo delle olimpiadi che presto si svolgeranno in Brasile, e dei cui problemi, troppo spesso, si tace. Buona lettura.

OLIMPIADI DEL BRASILE 2016

Davide Fassola


INTRODUZIONE

Scrivo questo saggio breve dopo una fase di documentazione su quanto di seguito verrà trattato. Mi esprimo: non sono un esperto in materia, e forse qualcuno potrebbe dire ben più di me, tuttavia voglio comunque esprimere la mia, in quanto ritengo che anche le poche informazioni di cui io sono in possesso, se recepite, possano incidere, o addirittura far scaturire l'interessamento della vicenda per avere ulteriori informazioni.
Decido di scrivere il presente saggio dopo avere sentito, al giornale radio, un servizio-inchiesta sugli sviluppi per le prossime olimpiadi, che si svolgeranno in Brasile, 2016.
Mi stupisce non sentirne parlare un giornalista, ma sentirne parlare ad un giornale radio, ove da certi problemi spesso si preferisce astenersi: si vuole fare credere che i problemi siano altri.
Ci sono tante voci soffocate nel nostro paese; voci a cui in pochi danno credito, e difficilmente riescono ad emergere, dato lo svantaggio creato dalla mancanza di diffusione da parte di coloro che hanno il potere effettivo, appunto, di diffondere.
Forse non abbiamo mai tempo, credo, di pensare. Dico, proprio, di fermarci e pensare, pensare a qualcosa che non sia obbligatorio pensare e a qualcosa che non siamo portati a pensare. A porci in altre realtà, come ad esempio, dato il tema trattato odierno, il Brasile.
Oggi propongo a tutti voi, almeno per una volta, per la durata di un breve documento, di modo che tutti possano avere il tempo e la voglia(Oltre che la possibilità) di leggerlo e di rifletterci su, nonché di diffondere il pensiero e le informazioni, poiché questo è il fine ultimo di quanto scrivo e, se anche una sola persona diffondesse anche una sola informazione, questo documento non sarà stato scritto invano.
Una prima possibilità di riflessione che mi sembra opportuno proporre ora è quella delle subculture. La situazione, spesso, non è mai così semplice come la si crede. Non è in una giornata che si diventa scienziati, allo stesso modo, non è in pochi minuti che si apprende la realtà. E forse, anche vivendo in una realtà, se non ben esplorata, non la riusciremo mai a vedere così come è.
Si prenda ad esempio la nostra cultura occidentale, o ancora più nello specifico, quella italiana. All'interno di questa vi troveremo molte subculture. Correnti che non seguono, che sono distaccati, da quella principale, che è la cultura dominante. Certe personalità sono spinti per natura o per indole ad una diversa corrente rispetto a quella più diffusa, o per motivi famigliari, o economici, e chi più ne ha più ne metta.
Allo stesso modo nascono anche le subculture che vanno controcorrente; ovvero quelle culture che arrivano a un incontro-scontro(In cui incontro è inteso nell'ambito spazio-temporale e scontro è inteso sul campo ideologico-culturale). Quando ciò accade, è comodo per la cultura dominante occultare le altre minori, che continuano tuttavia a scorrere inesorabilmente.
Scrive Karl Marx: “La storia è una storia di lotte di classe”. Cosa intendeva costui? La risposta è da ricercarsi nel termine lotte di classe, e nella storia stessa. Si pensi ai romani, e allo continuo scontro dei patrizi contro i plebei, o ancora alla rivoluzione francese e ai disagi del cosiddetto Terzo Stato, mentre i “ricchi” continuavano a condurre una vita di eccessi e di privilegi.
Dunque, continua a spiegare Marx, quando le classi si scontrano, si possono avere due risultati: o una rivoluzione, o una sconfitta da parte di entrambe le parti.
Ultimamente, nel mondo, stiamo vedendo molti tentativi rivoluzionari, lo scontro tra le lotte di classe è ora più aperto che mai. Fino ad ora, nei tempi recenti, non abbiamo notizia di grandi rivoluzioni, il massimo che abbiamo potuto vedere sono state le primavere arabe, che tuttavia non sempre hanno avuto successo, come nei casi della Libia e della Siria.
Attenzione, tuttavia, un avvertimento a tutti conosciuto, a tutti insegnato, molto banale, ma scomodo, e perciò si tende a dimenticarlo: non si scherza col fuoco. Certo, siamo portati a farlo, ma va compreso: abbiamo visto la Guerra Fredda, abbiamo visto la minaccia nucleare. Il mondo intero è un'enorme polveriera, anzi ora azzarderei dire un grande reattore, dati gli sviluppi sull'atomica, posseduta ormai da un gran numero di stati, tutti di grande rilevanza. Il mondo è sempre in costante rischio di una Grande Guerra Mondiale.
Pensate, comunque, quanto è dannosa una guerra anche per un solo paese. Si pensi all'Iran degli anni '70, e si pensi all'Iran di oggi: quante cose possono accadere in poco più di quaranta anni! Quanti danni possono essere fatti in tempi così brevi!
Il tempo stringe, delle regioni son sempre più soggette a continui spasmi, la storia è dinamica, mai si è fermata, è bene prenderne atto perché in caso contrario si cadrebbe in una disastrosa visione utopica, la quale fodererebbe inesorabilmente i nostri occhi.
Come ora può scoppiare il Brasile(E l'ultima volta risale solo al 2014, quando per attrezzarsi per i mondiali di calcio si è creata un'enorme tensione nel popolo), domani chissà, se il malcontento continua a salire, e se continuamente paesi son soggetti a rivoluzioni.
Buona lettura.



BRASILE 2016

Correva l'anno 2016... pardon, scusatemi, deve ancora correre, si è ancora in tempo per cambiare le cose: il presente non è altro che il passato che mangia il futuro, come dice Murakami, e come io cerco di prenderne atto.
Siamo in Brasile, già oggi. Siamo consapevoli che i bambini che vivono in strada in maniera permanente sono sette milioni, mentre quelli che comunque occupano le strade per lunghi e continui tempi sono più di trenta milioni, e lo scrivo in cifre così che il numero sia ancora più chiaro:
30 000 000, ovvero ben più della metà degli abitanti dell'intera Italia.
Il destino non ha regalato un'ottima situazione a questi ragazzi, esposti, data la loro collocazione, continuamente ai problemi della droga e dell'alcol, ben diffusi in città come Rio De Janeiro e San Paulo, le cui favelas sono distese infinite, perlomeno alla vista, di persone.
Come se non bastasse a tutti i problemi che ha la popolazione di per sé si aggiungono le Olimpiadi 2016, per le quali è stato già avviato un programma di “pulizia” delle strade, dai cosiddeddi “meninos”, i bambini. Lo so, ho utilizzato un termine orribile: “pulizia”, ma di certo non sono stato io ad inventarlo.
L'eliminazione degli infanti è e sarà portata avanti dalle forze di polizia.
Tutt'ora si stima che da dieci anni fa a questa parte la media di omicidio di bambini in Brasile sia di quattro morti al giorno. Avere una stima del genere è molto difficile, come è difficile averne una più veritiera di questa in quanto non sempre si hanno testimoni(E soprattutto non sempre si ha il tempo di ascoltarli). Le circostanze, inoltre, non sono mai del tutto certe: a volte è complicato distinguere gli adolescenti che sono veramente potenzialmente pericolosi, da quelli che non lo sono, data la gran quantità nelle strade di persone, anche di giovane età, che non si reggono in piedi data la quantità di stupefacenti che hanno assunto.
Certo, questo è un conto, vi saranno delle persone pericolose, magari anche giovani, ma quando si sente dire che la polizia brasiliana ha ucciso nel ssolo 2014 più di 58 000 persone, un po' ci si stupisce, anche confrontando con i dati del 2013, in cui sono state uccise circa 55 000 persone. Abbiamo idea di quante siano realmente più di 3 000 persone, o questi numeri rimarranno solamente numeri, privi di un volto e di una personalità destinata ad annullarsi e a cader dimenticata, come non fosse mai esistita, come forse sarebbe stato meglio che fosse?
Ma non voglio insistere sui numeri e sulla vostra umanità, che di sicuro, se siete arrivati a leggere fino a qua, esiste, voglio tuttavia far comprendere che non potranno mai essere giustificati, per ragione del mondo alcuna, tutti gli abusi sulle bambine o sulle varie torture imposte dalla polizia. Quelle non possono avere un senso, è impossibile che siano avvenute per “legittima difesa”, impossibile.
Lo stato è rimasto a guardare, d'altronde l'ha già fatto in diversi casi. Devo citarne alcuni? Quella del carcere di Carandiru, nel 1992, le cui testimonianze fanno ancora rabbrividire tutt'oggi, o la notte della Candelaria, o ancora le squadre della morte che hanno agito il 31 marzo 2005 e il 22 giugno dello stesso anno.
Ora la situazione è denunciata da paesi lontani, e il Brasile, per difendersi, ha imposto delle sanzioni per la polizia che abusi del proprio potere: il senato brasiliano ha approvato la legge che classifica la tortura come un crimine grave, e come tale la punisce con pene detentive da due e 8 anni, 16 anni in caso di morte della persona maltrattata. Ma cosa sono sedici anni per la morte di una persona?
Che risposte sono? Di sicuro queste sono troppo deboli.

La giornalista Rosanna Turri su Fuoco Vivo scrive la seguente testimonianza: Una ragazza di Copacabana chiamata Paulina mi raccontava: "Devo andare via, mio figlio mi aspetta". "E quanti anni ha tuo figlio?", chiesi io, "sette lui, mentre io ne ho già sedici!'l, rispose lei. "Non è possibile", esclamai. Lei mi rispose "Tu non capisci, lui è mio figlio di strada, lui è piccolo, io lo custodisco, lo difendo, lo curo, mi interesso a lui. Io ho il mio uomo, non siamo sposati, ma è lo stesso il mio uomo.
Lui va a rubare per me, mi dà da mangiare, mi dà la roba, mi protegge".


A volte, senza leggere testimonianze, o essere in diretto contatto con il problema, non ci rendiamo veramente conto di quel che possa significare un numero, un dato, un'informazione.
I dati di cui ci siamo resi conto ora sono destinati ad aumentare drasticamente, col nuovo programma di pulizia delle rio, delle strade.
Inoltre l'80% delle scomparse di persone sono di ragazzi dai 14 ai 29 anni, un altro dato di quelle persone che non si aggiungono ai morti e neppure ai vivi, ma che rimangono sospesi chissà dove, scomparsi, e spesso di loro, non si avrà più notizia.
Per chi volesse cimentarsi a fare il detective youtube e più in generale il web è zeppo di video di omicidi e maltrattamenti, nonché di storie inascoltate, alternate a poche testimonianze, tenute il più possibile nascoste poiché appartenenti alle subculture, che in questi casi intralciano il cammino della popolazione più sviluppata, dell'”Ordem e progresso” che si legge sulla bella bandiera brasiliana. I poveri abitanti delle rio sono la feccia, sono l'intralcio verso un Brasile sviluppato e slanciato a dare un'ottima impressione alle prossime olimpiadi al resto del mondo, soffocando una realtà, che seppur silenziosa, continuerà ad esistere.
L'invito è quello di rimanere umani. Alla domanda: “Cosa possiamo fare, noi, a livello pratico?” la mia risposta è: non lo so, ma di certo, evitando di dare share alle prossime trasmissioni delle olimpiadi si sarà un'idea di una tendenza invertita, e quando i guadagni sono pochi, anche i potenti iniziano a porsi qualche domanda. Il nostro comportamento, la nostra attenzione, è la cosa che fa più paura a coloro che gestiscono il potere su questo pianeta, e siamo proprio noi ad alimentare di legna il camino, che, in caso contrario, finirebbe per spegnersi.
Siete ancora sicuri di voler seguire le olimpiadi del 2016?




Nessun commento:

Posta un commento

Eddai, commentate.... per favore! ...*guarda in basso*