mercoledì 29 luglio 2015

AFORISMI E RIFLESSIONI

AFORISMI E RIFLESSIONI

CULTURA D'ESTATE 52

Post un po' in anticipo con gli orari, ma spero non vi scandalizzerete. Guardate che non mi sono dimenticato del cultura d'estate 50, il problema è che i tempi di realizzazione dello stesso si sono drammaticamente allungati. Arriverà il prima possibile.
Iniziamo!

1) E io rimango in forse, ché no e sì, nel capo mi tenciona.
DANTE ALIGHIERI

Lui rimane in forse. E noi? Direi pure, dato che in pochi si possono considerare più grandi di Dante. Ebbene, scusate se me ne tiro fuori con questo breve commento ma il forse c'è sempre, in quanto una risposta assoluta esiste solo a livello ideale e non a livello reale. Dante, dopo la commedia, voleva analizzare un po' di realtà, ma questo non significa che la realtà sia più importante dell'ideale.
Cito, per farla breve, Allan Poe(Eh sì, lui mi aiuta sempre a spiegare le cose):
IT IS BY NO MEANS AN IRRATIONAL FANCY THAT, IN A FUTURE EXISTENCE, WE SHALL LOOK UPON WHAT WE THINK OUR PRESENT EXISTENCE, AS A DREAM

2)Due cose riempiono l'animo con sempre nuovo e crescente stupore e venerazione, quanto più spesso e accuratamente la riflessione, se ne occupa: il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me.
IMMANUEL KANT

Ebbene, ancora torniamo su questo grande filosofo.
Questa frase ha anche un estro di artistico, Poe direbbe che è vera in quanto la bellezza è, di fatto, Verità, i fatti lo dimostrano.
E cosa riempie l'animo, ovvero dà la benzina al nostro animo, che tiene su questo scheletro di 208 ossa e la carne che lo circonda?
Che cosa l'empie con stupore e venerazione?
Il cielo stellato è uno dei due, ed è un probabilissimo riferimento a Dio, in quanto prima si parla anche di venerazione e di riflessione(Quanto più spesso ed accuratamente), artisticamente ed idealmente si colloca il cielo sopra di sé, come qualcosa di non controllabile, sebbene sia cibo per lo spirito.
La legge morale in me è stata una tirata meravigliosa agli altri filosofi dell'epoca e passati, e forse anche un monito ai futuri, che non si approvino a modificare quanto da Kant teorizzato. La legge morale dunque è ad altezza d'uomo, o meglio di filosofo, forse perché appunto, Kant, con la sua legge morale, considera l'uomo un filosofo, anche se, alla fine, non è sempre così, quindi anche qui si parla di ideale. Ma, come già detto, cos'ha di meno l'ideale rispetto al reale?

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