giovedì 16 luglio 2015

I MIGLIORI INCIPIT

I MIGLIORI INCIPIT DEI GRANDI ROMANZI

CULTURA D'ESTATE 37

E oggi, come ben avrete capito parliamo di incipit. E' senza ombra di dubbio il fatto che il romanzo sia alle parti più difficili all'inizio e alla fine. Oggi analizziamo l'inizio, dato che non voglio spoilerarvi i finali. Buona lettura.

"Tutte le famiglie felici sono felici allo stesso modo; ma ogni famiglia infelice è infelice a modo suo."


Anna KareninaLev Tolstoj - 1877

"Sotto certi aspetti ci sono nella vita poche ore più piacevoli di quelle dedicate alla cerimonia del tè del pomeriggio. Vi sono circostanze in cui, sia che si prenda il tè o no - c'è della gente che non ne vuol sapere - quel momento è in sé delizioso. Le condizioni alle quali io penso, incominciando a scrivere questa semplice storia, offrivano un assetto mirabile per l'innocente passatempo. Gli oggetti necessari alla piccola cerimonia erano stati disposti sulla prateria di una vecchia casa di campagna inglese, nel cuore di uno splendido pomeriggio estivo. Una parte del quale era già trascorsa, ma ancor molta ne rimaneva, ch'era della più bella e fine qualità."


Ritratto di signora -  Henry James -  1881

 "Sulla fine di novembre, con un tempo umido e freddo, verso le nove del mattino, il treno di Varsavia arrivava a tutto vapore a Pietroburgo. Così fitta era la nebbia, che a stento albeggiava: a destra e a sinistra, dai finestrini del vagone, era difficile distinguere qualche cosa. Fra i passeggeri ce n'erano di quelli che rimpatriavano; ma soprattutto erano piene le carrozze di terza classe, e la gente minuta che le occupava non veniva di molto lontano. Tutti, come suole, erano stanchi, gli occhi pesanti, le membra intirizzite, le facce giallognole."

L'idiota  - Fiodor Dostoevskij - 1869


"Una mattina, svegliandosi da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò nel suo letto trasformato in un insetto mostruoso.
Era disteso sul dorso, duro come una corazza, e se alzava un poco il capo poteva vedere il suo ventre bruno convesso, solcato da nervature arcuate, sul quale si manteneva a stento la coperta, prossima a cadere per terra. Le sue numerose gambe, pietosamente sottili in confronto alla sua mole, gli si agitavano davanti agli occhi."



La metamorfosi - Frank Kafka - 1915

"Eravamo in aula a studiare, quando entrò il rettore seguito da un nuovo vestito in borghese e da un bidello che portava un grande banco. Quelli che dormivano si svegliarono. Tutti si alzarono come se fossero stati sorpresi nel fervore del lavoro. Il rettore ci fece cenno di sedere, poi rivolto all'assistente:
-Signor Roger- disse a mezza voce, - le raccomando questo allievo. Entra in quinta. Se il suo profitto e la sua condotta lo meriteranno, passerà tra i grandi, come vorrebbe la sua età.
Il nuovo se ne stava rincattucciato dietro la porta. Lo si vedeva appena. Era un ragazzotto di campagna sui quindici anni, più alto di tutti noi. Portava i capelli tagliati di netto sulla fronte come un chierico di villaggio, aveva l'aria giudiziosa e molto imbarazzata. Benché non fosse largo di spalle, il giacchettone di panno verde a bottoni neri lo stringeva al giro delle maniche. Attraverso l'apertura dei risvolti si scorgevano i polsi arrossati, avvezzi a stare scoperti. Le gambe, infilate nelle calze azzurre, venivano fuori da un paio di pantaloni giallastri tirati dalle bretelle. Portava scarpe grosse, lucidate male e con le suole chiodate."

Madame Bovary -  Gustave Flaubert - 1856

"La Nellie, un'imbarcazione da crociera, girò sull'ancora senza il più lieve fileggiare delle vele, e fu ferma. La marea s'era alzata, il vento quasi cessato e, poiché si scendeva il fiume, non rimaneva che stare alla fonda e attendere il riflusso.
Il tratto del Tamigi che sfocia in mare si estendeva dinanzi a noi come l'imboccatura d'una interminabile via d'acqua. Al largo, mare e cielo si saldavano senza una giuntura, e nello spazio luminoso le vele conciate delle chiatte che risalivano sull'onda della marea, sembravano ferme; rossi grappoli di tela dalle punte aguzze e pennoni verniciati che luccicavano. Scendeva la bruma sulle basse sponde che correvano verso il mare svanendo all'orizzonte. Aria caliginosa incombeva su Gravesend e più indietro ancora sembrava addensarsi in un'oscurità funerea, immobile e graveolenta sulla più vasta e più grande città della terra."


Cuore di tenebra -  Joseph Conrad -  1902

"In un paese della Mancia, di cui non voglio fare il nome, viveva or non è molto uno di quei cavalieri che tengono la lancia nella restrelliera, un vecchio scudo, un ossuto ronzino e il levriero da caccia. Tre quarti della sua rendita se ne andavano in un piatto più di vacca che di castrato, carne fredda per cena quasi ogni sera, uova e prosciutto il sabato, lenticchie il venerdì e qualche piccioncino di rinforzo alla domenica. A quello che restava davano fondo il tabarro di pettinato e i calzoni di velluto per i dì di festa, con soprascarpe dello stesso velluto, mentre negli altri giorni della settimana provvedeva al suo decoro con lana grezza della migliore."

Don Chisciotte della Mancia  - Miguel Cervantes - 1605

 "Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l'ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come fosse oggi. Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d'Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del parco. Era mezzogiorno, e la nostra famiglia per vecchia tradizione sedeva a tavola a quell’ora. Tirava vento dal mare, ricordo, e si muovevano le foglie. Cosimo disse: - Ho detto che non voglio e non voglio! - e respinse il piatto di lumache. Mai s’era vista disubbidienza più grave."

Il barone rampante  - Italo Calvino -  1957

"Poche miglia a sud di Soledad, il Salinas capita sotto le falde dei colli, dove scorre verde e profondo. L'acqua è anche tiepida, perchè è sgusciata sfavillando sulle sabbie gialle nel sole, prima di giungere alla stretta pozza. Su una riva del fiume i pendii dorati del contrafforte salgono dolcemente ai monti Gabilan forti e rocciosi; ma a valle l'acqua è orlata di piante: salici verdi e novelli ad ogni primavera, ingombre le forche dei rami bassi dal tritume della piena invernale, e sicomori dalle candide e screziate braccia penzolanti e dalle fronde arcuate dalla corrente."

Uomini e Topi -  John Steinbeck -  1937

Vai a: "I Grandi Scrittori e le loro Opere"


Immagine
Emma Thompson e Kate Winslet nel film "Ragione e Sentimento" di Ang Lee, 1985
"La famiglia Dashwood si era stabilita nel Sussex da molto tempo; le loro proprietà terriere erano vaste, e al centro sorgeva Norland Park, la residenza in cui per molte generazioni avevano vissuto in modo tanto rispettabile da essersi guadagnati la stima di tutti nei dintorni. L'ultimo proprietario era stato un vecchio scapolo, che aveva raggiunto un'età molto avanzata, e che per molti anni aveva avuto come compagna e direttrice della casa la propria sorella. Ma la morte di lei, avvenuta dieci anni prima della sua, aveva prodotto un gran cambiamento nella sua esistenza; perché, per sopperire alla perdita, aveva invitato e accolto in casa la famiglia del nipote, Henry Dashwood, che era l'erede legittimo della proprietà di Norland e la persona a cui lui intendeva lasciarla alla propria morte."

Ragione e Sentimento -  Jane Austen - 1811

Vai a: "I Grandi Scrittori e le loro Opere"


Immagine
Saul Bellow - 1915 - 2005, premio Nobel per la Letteratura nel 1976, pubblicò "Herzog" nel 1964
"Se sono matto, per me va benissimo, pensò Moses Herzog. C'era della gente che pensava che fosse toccato, e per qualche tempo persino lui l'aveva dubitato. Ma adesso, benché continuasse a comportarsi in maniera un po' stramba, si sentiva pieno di fiducia, allegro, lucido e forte. Gli pareva d'essere stregato, e scriveva lettere alla gente più impensata. Era talmente infatuato da quella corrispondenza, che dalla fine di giugno, dovunque andasse, si trascinava dietro una valigia piena di carte."

Herzog -  Saul Bellow - 1964

Vai a: "I Grandi Scrittori e le loro Opere"


Immagine
Giorgio Albertazzi, più volte interprete a teatro e nella cornice di Villa Adriana a Tivoli, di "Memorie di Adriano"
"Mio caro Marco,

Sono andato stamattina dal mio medico, Ermogene, recentemente rientrato in Villa da un lungo viaggio in Asia. Bisognava che mi visitasse a digiuno ed eravamo d'accordo per incontrarci di primo mattino. Ho deposto mantello e tunica; mi sono adagiato sul letto. Ti risparmio particolari che sarebbero altrettanto sgradevoli per te quanto lo sono per me, e la descrizione del corpo d'un uomo che s'inoltra negli anni ed è vicino a morire di un'idropisia del cuore. Diciamo solo che ho tossito, respirato, trattenuto il fiato, secondo le indicazioni di Ermogene, allarmato suo malgrado per la rapidità dei progressi del male, pronto ad attribuirne la colpa al giovane Giolla, che m'ha curato in sua assenza. È difficile rimanere imperatore in presenza di un medico; difficile anche conservare la propria essenza umana: l'occhio del medico non vede in me che un aggregato di umori, povero amalgama di linfa e di sangue. E per la prima volta, stamane, m'è venuto in mente che il mio corpo, compagno fedele, amico sicuro e a me noto più dell'anima, è solo un mostro subdolo che finirà per divorare il padrone."


Memorie di Adriano -  Marguerite Yourcenar - 1951

Vai a: "I Grandi Scrittori e le loro Opere"






"Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.  Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita."

Lolita -  Vladimir Nabokov - 1955

"I singolari avvenimenti che dànno materia a questa cronaca si sono verificati nel 194… a Orano; per opinione generale, non vi erano al loro posto, uscendo un po’ dall’ordinario: a prima vista, infatti, Orano è una città delle solite, null’altro che una prefettura francese della costa algerina.
La città in se stessa, bisogna riconoscerlo, è brutta. Di aspetto tranquillo, occorre qualche tempo per accorgersi di quello che la fa diversa da tante altre città mercantili, sotto tutte le latitudini. Come immaginare, a esempio, una città senza piccioni, senza alberi e senza giardini, dove non si trovano né battiti d'ali né fruscii di foglie, un luogo neutro, insomma? Il mutamento delle stagioni non vi si legge che nel cielo."


La peste -  Albert Camus - 1947

Molti anni dopo, di fronte al plotone d’esecuzione, il colonnello Aureliano Buendia si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio." 

Cent’anni di solitudine -  Gabriel Garcia Marquez - 1967

"Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa non importa esattamente quanti avendo in tasca poco denaro, o forse non avendone affatto, e non avendone affatto, e non avendo nulla di particolare che mi trattenesse a terra, pensai di andarmene un poco per mare, a vedere la parte del mondo coperta dalle acque." 


Moby Dick  - Henry Melville - 1851

"Alice cominciava ad essere stanca di sedere accanto alla sorella sulla panca, e di non avere nulla da fare: una o due volte aveva gettato uno sguardo sul libro che la sorella stava leggendo, ma in esso non si scorgevano né figure né dialoghi: “A cosa serve un libro -  si domandò Alice -  senza figure né dialoghi?”. 


Alice nel paese delle meraviglie - Lewis Carroll - 1865

Immagine

Nessun commento:

Posta un commento

Eddai, commentate.... per favore! ...*guarda in basso*