lunedì 31 agosto 2015

EDGAR ALLAN POE

EDGAR ALLAN POE

CULTURA D'ESTATE 84


Qualche giorno fa ho pubblicato su letteratura rossa, della quale vi voglio ricordare il link, come ogni giorno(E vi raccomando di farci un giro, di diffondere il più possibile e di lasciare dei commenti, mi fa molto piacere ed incentiva il lavoro):
letteraturarossa.altervista.org
dicevo, ho pubblicato un mio breve saggio sul grande scrittore americano Edgar Allan Poe.
Che dire, ne abbiamo parlato in moltissimi post del cultura d'estate, e anche prima, oggi vi faccio questo regalo, a conclusione del ciclo delle principali cose da sapere su di lui. Se mi avete seguito sapete di cosa parlo e perché è così importante(Potete anche fare un salto nella sezione aforismi e riflessioni).
Vi avevo promesso il saggio "Sull'etica": arriverà prima del cultura d'estate 90.
Dunque, ecco a voi il testo, e buona lettura!

EDGAR ALLAN POE
Edgar Allan Poe nacque a Baltimora, nel 1809 da due attori di media fama che giravano per il mondo a recitare.
Tuttavia nel 1811, quando il piccolo Edgar aveva solo due anni, la madre morì, e il padre lo abbandonò, ma in realtà anche questo morì di lì a poco.
A questo punto si trasferì dallo zio John Allan, da qui prese il suo altro cognome(L'altro lo prese da suo padre David Poe).
Lo zio era molto ricco, e si trasferirono con tutta la famiglia in Inghilterra per un periodo di tempi pari a quello degli studi di Edgar, che comunque venne espulso il primo anno di università per i suoi eccessi.
Leggendo i suoi racconti possiamo renderci davvero conto dell'enorme bagaglio culturale che quelll'uomo si portava dietro, tuttavia iniziò a fare uso di oppio per rimanere sveglio a scrivere le sue poesie.
I rapporti con lo zio si inasprirono sempre più. Edgar, fin da bambino era tormentato dalla morte e si svegliava nel sonno tormentato dai suoi fantasmi immaginari, e si sfogava scrivendo. Lo zio era contrario a tutto questo e iniziò ad insultare Edgar e a fargli pesare la scuola: le poesie che scriveva influivano sul suo rendimento scolastico. Inoltre non è mai andato d'accordo con i suoi compagni, che lo chiamavano raccomandato, perché suo zio era ricco.
A soli dodici anni il giovane Poe si innamora di una sedicenne che aveva iniziato a frequentare. Di lì a breve non la rivedrà più, infatti questa era malata mentalmente e ora veniva chiusa in casa. Finché un giorno morì, e Edgar passava il tempo sulla sua tomba a piangere. Dopo l'espulsione dall'università Poe torna in America con tutta la sua famiglia, nei pressi di Filadelfia, e Edgar, non sopportando più le lamentele di John Allan, si trasferisce da una zia, che lo accoglie a braccia aperte e con entusiasmo.
E qui ritrova il suo fratello, che non aveva più visto dai tempi dell'infanzia, gravemente malato di tubercolosi, oramai all'ultimo stadio.
Qui Edgar comincia a corteggiare tutte le ragazze che gli capitassero a tiro, anche la fidanzata del fratello ancora vivo.
Ed inizia a scrivere poesie per le sue fidanzate, tutte lusingate e incantate dal fascino di questo giovane, fisicamente di bell'aspetto.
Quindi aumenta il suo consumo di oppio e inizia anche a scrivere i primi veri racconti. E' di questo periodo “Il manoscritto ritrovato in una bottiglia” che venne premiato, e apportò al giovane Poe ben sessanta dollari, cifra che a lui pareva molto alta.
Un mattino si sveglia e il fratello muore, la zia conta su di lui.
Passano così alcuni anni in cui Edgar scrive i primi racconti che diventeranno famosi. In questo periodo alternerà momenti di depressione ed isolamento a momenti di apertura verso gli amici e le donne.
Poe ha ventinove anni, sposa la cugina Maria Clemm, appena quattordicenne e malata di tisi. Lui è veramente innamorato e quando la perderà, non molto più avanti, avrà un periodo di terribile depressione. Ma la vita riservava ancora tante sorprese per lui, tanto che ebbe da riprendersi ed andò a lavorare per alcune riviste. La sua presenza era molto apprezzata dagli editori e Edgar vive un periodo d'oro, in cui non ha certo problemi economici. Tuttavia poi inizia a scrivere articoli con insulti e critiche troppo pesanti a personaggi della letteratura famosi per quel tempo.
In particolare, uno di questi accetta la sfida, e, sul giornale Graham si sfidano con dei racconti, e a critiche professionali.
E' di questo periodo e sul quel giornale la pubblicazione di ”Una discesa nel Maelstrom”, il primo suo racconto fantastico.
Poe è considerato l'inventore del genere giallo, il consolidatore del genere horror, e alcuni suoi racconti ebbero i primi elementi di fantasy e fantascienza, che nasceranno decenni dopo la sua scomparsa.
Scrive anche un'opera teatrale in undici scene, ma solo cinque di queste sono state da lui approvate, e quindi l'opera non è mai stata rappresentata, se non a Roma, nel 2009, con una prima di tutte le undici scene, revisionate da un traduttore italiano.
Scriverà anche un romanzo, le avventure di Gordon Pym, che gli vale la fama, che inizia a fare girare la sua immagine per l'America e per il mondo. Qui nasce la sua profonda amicizia con Baudelaire. Quest'ultimo tradurrà tutti i lavori di Poe in francese e li farà conoscere al resto del mondo.
Edgar stava anche scrivendo un secondo romanzo, ma morì troppo presto per ultimarlo.
Poe sfogava tutte le sue sofferenze per le perdite delle persone care nelle poesie, si veda ad esempio Annabel Lee, e successivamente il Corvo, sul quale sarà doveroso tornare.
Dopo le sfide al Graham's, i suoi articoli sono diventati troppo pesanti e lui viene espulso, tornando nuovamente povero. Tuttavia questo fu il periodo più produttivo, vediamo alcuni dei suoi racconti più famosi.
Il gatto nero è forse il più famoso, sono stati girati diversi film e cortometraggi, tra cui ricordiamo Due occhi diabolici, film di George Romero e Dario Argento(Comprendente anche la transposizione del racconto La verità sul caso del signor Valdemar). Nel gatto nero è evidente la perversione, e il pensiero degli assassini.
Il cuore rivelatore è un racconto più breve, ma in qualche modo simile al gatto nero, si narra della pazzia di un uomo, che arriverà ad uccidere, e a confessare, ma questa volta il racconto sarà più irreale.
La verità sul caso del signor Valdemar, già citato sopra, ebbe un enorme successo tra il pubblico americano, tanto che Poe dovette intervenire per dire che quanto narrato nel racconto non era vero e proveniva solo dalla sua fantasia.
L'uomo della folla, in cui un uomo decide di pedinare un altro uomo per capire chi fosse, ma l'uomo continua a girare, per giornate intere per la città, senza fermarsi e senza accorgersi di essere pedinato, alla fine il protagonista si metterà davanti a lui, che lo ignorerà, infatti questo personaggio è l'uomo della folla, destinato a camminare per sempre nell'indifferenza generale e caotica del mondo di oggi.
Passano gli anni, muore anche la zia di Edgar, che, triste, è costretto a tornare dallo zio, povero in canna. Allan lo accoglierà, anche se malvolentieri.
Edgar si innamora poi di un'altra donna, torna a scrivere e torna sulla scena letteraria nazionalee andrà a vivere con questa.
La sua donna, però, è costretta a fare un viaggio. Nel frattempo Poe tiene conferenze, scrive per i giornali e scrive racconti, poi inizia ad essere inqueto, temendo per le sorti dell'amata, fino ad autoconvincersi che quella era morta. Si isola di nuovo, e nonostante arrivi una lettera della sua cara che cercava di rassicurarlo lui non le crede ed impazzisce. E' di questo periodo la sua citazione:”Sono diventato pazzo con lunghi periodi di orribile sanità”(I became insane with long period of horrible sanity).
E qui scriverà il Corvo, the Raven, importantissima poesia che farà il giro del mondo, oggi forse il suo lavoro più conosciuto.
In seguito a quella poesia scriverà forse il suo ultimo lavoro, il saggio:”Il principio poetico”, in cui spiega il significato del corvo.
Cerchiamo di seguire insieme le tappe:
Una volta a mezzanotte, mentre stanco e affaticato,
meditavo sopra un raro, strano codice obliato,
sentii un romore alla mia porta
un viatore, un pellegrino, bussa, dissi, alla mia porta
solo questo e nulla più
Così si apre, secondo una della traduzioni, la poesia.
Notiamo subito il bussa, dissi, alla mia porta, qui possiamo notare che il ritmo è lento, e man mano andrà accelerando.
L'ultimo verso della poesia è solo questo e nulla più. Diamo particolare rilievo al nulla più, poi vedremo perché.
Cogliamo i passagi calienti della poesia, e riassumiamo il resto.
Il protagonista va ad aprire alla porta, ma c'è un gran bujo e nulla più.”Il silenzio pur non fu\e solo un nome si sentì gemere:”Lenora!”\ io lo dissi ed a sua volta rimando l'eco “Lenora”, solo questo e nulla più”.
Qui si introduce il nome della raggiante santa vergine Lenora, la sua amata, e, come si apprende già da prima di questo passaggio, Lenora è morta(E qui nome or non ha più), e il protagonista cerca di trovare pace, proprio come Poe in quel periodo, convinto che la sua metà fosse morta.
Una volta che il protagonista è rientrato in casa, “qui dischiusi i vetri” ed ecco entrare il nostro corvo, tronfio e pettoruto, “dall'età la più solenne” che scese al busto di Minerva collocato sopra alla porta del protagonista, “scese, stette e nulla più
Il protagonista allora inizia a parlargli e conclude chiedendo”Quale nome danno a te, a corte di Re Pluto?” e il corvo rispose:”Mai più!”
Mi stupì che quell'infausto augello avesse la parola
e benché quelle fossero sillabe sconnesse
(…)
Con un nome tal:”Mai più”.
Andando avanti il protagonista dice che altri suoi amici l'avevano lasciato, non sarà giunta l'alba che egli pur m'avrà lasciato, ma il corvo repentinamente risponde:”Mai più, mai più!”
A questo punto si può capire che il corvo diceva mai più mai più, perché non l'avrebbe mai più lasciato, mentre il protagonista affermava il contrario.
A chi tale ritornello l'addestrò
sarà stato sì infelice
che ogni suo canto più bello
andasse a concludersi in un “Mai più”
Allora continuano le domande al corvo, e lui risponde mai più, sempre, finché il protagonista non esclama: “Profeta, spettro o augello profeta ognora\o l'Averno t'abbia inviato o una raffica di bora\t'abbia, naufrago sbalzato in quest'antro di sventure\dì a quest'anima che ti implora, se mai\nel lontano Eden lassù\ potrà unirsi ad un'ombra cara, che chiamavasi Lenora\mormorò l'augel:”Mai più!”
Quindi l'uomo porge queste domande, ben consapevole della risposta dell'augello, come per averne una conferma, per capire che non potrà mai più rivedere la sua amata, ma continua a fare domande, pur invocando il ciel sovra noi teso
E la mia anima, stretta all'ombra di quel circolo maliardo
non potrà surger, mai più
Con questi versi si conclude la poesia, in poche parole il protagonista è morto, stroncato dal dolore che quel'infausto augello aveva portato nella sua dimora.
Nel saggio Poe chiarisce che non vuole sia riconosciuta l'originalità per quanto descritto, ma piuttosto per le figure retoriche che ha inserito nella poesia, che sono geniali, ma si perdono nella traduzione, e soprattutto dalla lunghezza dei versi, e dell'ultimo verso, di lunghezza appena 3,5(Nella versione inglese), quindi ben incisivo. Il 3,5 è riferito ad un sistema metrico americano basato sulle stanze, da noi è desueto.
Geniale, no? D'altronde forse non è un caso se si chiama POEsia ed esistono i POEti, fateci caso, anche in inglese poesia è POEtry.
Dopo la poesia, per la quale Edgar guadagna solamente nove dollari, Poe entrerà nell'ultima fase di depressione che lo accompagnerà fino alla morte, rimasto il suo ultimo mistero.
Fino a qualche mese prima aveva avuto tentativi di suicidio, ma non erano riusciti, e una sua zia(Un'altra ancora) l'aveva accudito, tenendolo a letto tutto il giorno e tenendogli la mano standogli sempre al fianco. Bastava che ella si allontanasse un attimo che Poe era colto dal terrore.
Tuttavia Edgar sembra lentamente riprendersi, ma le sue condizioni di salute sono precarie. Il giorno antecedente alla sua ultima sventura si recò ad un seggio per votare. Alcuni pensano sia stato vittima di uno di quei teppistelli che per fare votare il proprio partito, anche più volte, drogava chi veniva a votare per manipolare(Alcune persone sono morte così), fatto sta che l'indomani fu ritrovato in un parco di Baltimora agonizzante, a terra, con vestiti troppo grandi per essere i suoi, un uomo diede l'allarme e Edgar fu subito portato all'opedale dove rimase per tre giorni, rifiutando acqua ed alcol e chiedendo solo che gli venisse sparato un colpo al cervello. Voleva morire, ed alla fine ha avuto quel che voleva. Una mattina, il 7 ottobre 1849 alzò gli occhi al cielo e mormorò:”Signore, aiuta la mia povera anima” e spirò.
Fu scritto sul referto della morte, nella sezione cause:”Delirium tremens”, e si sparse la voce che fosse morto per via dell'alcol. In realtà questo non è possibile perché Poe era astemio, e questo è stato accertato.
Nessuno saprà mai che cosa sia successo, un'altra ipotesi accreditata è che avesse la rabbia, data la grande quantità di animali che lui teneva in casa.
C'è chi afferma che ad essere ritrovato non fu Poe, ma un sosia, parlando di incongruenze con le foto di Poe, un anno prima che lui morisse, disponibili e reperibili sul web,e quelle della salma di Poe, fotografata con un prototipo di macchina fotografia, che era stata inventata nel 1839 a Parigi ed iniziava a diffondrsi. Per chi volesse giocare al dtective ne avrebbe di lavoro.
Nel 1930 venne fatta un autopsia sul corpo di Poe, che non portò risultati.
La sepoltura di Edgar avvenne in un piccolo cimitero, vicino ala tomba del padre, ma ventisei anni dopo fu dedicata una tomba ben più bella ed importante nel centro di Baltimora. Non molti sanno che durante il trasferimento la salma cadde a terra e i poveri resti si sparsero in mille direzioni. Inutile dire che i fan, accorsi per l'occasione iniziarono a raccogliere il loro macabro bottino.
Quindi oggi non abbiamo a disposizione tutto il corpo dello scrittore, ma solo una parte, e forse è anche per questo che l'autopsia non ha potuto ajutare più di tanto.
Due giorni dopo la sua morte uscì un articolo, che fece il giro d'America, di quel vecchio rivale di Poe, che lo sfidò al Graham's, il primo necrologio di Edgar. Lo scrittore veniva descritto come un alcolizzato sciupafemmine, tanto che chi lo scrisse non ebbe neppure il coraggio di firmarsi col suo nome, ma adottò uno pseudonimo. Tuttavia, è chiaro che, ad oggi, vinse la sfida Poe, e il suo rivale è ora noto per essere stato il primo a scriverne dopo la sua morte.
Questa la sua tomba, è stato sepolto insieme alla cugina Maria Clemm.

Per una sessantina d'anni venne ogni anno, ogni 19 gennaio, compleanno di Poe, un certo individuo, ben coperto, il cosiddetto Poe's Toaster. Questa figura è avvolta nel mistero, e ad ogni sua visita lasciava fiori, disposti secondo un preciso ordine d'innanzi alla tomba, e brindava(Infatti Toaster in italiano si tradurrebbe con brindatore) lasciando il ruhm in avanzo davanti alla tomba. Talvolta lasciava anche bigliettini misteriosi, con messaggi del tipo:”La torcia sarà passata” che nessuno studioso è mai riuscito a spiegare. Nel 2009, proprio nel bicentenario dalla nascita di Poe, il misterioso personaggio non è più tornato, probabilmente è morto.
Edgar Allan Poe, ogni giorno mi stupisce di più, e anche a quasi duecento anni dalla sua scomparsa, continua a lasciare misteri.

Quando la scienza non riesce a spiegare
quello che grandi artisti come
Edgar Allan Poe volesseno dire
lascia soluzioni senza senso”
Pierangelo Baratono, biografia di Poe.


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